La Comfort zone.
Non è un posto reale ma un'area interiore, un costrutto psicologico, comportamentale ed emozionale che caratterizza la routine della nostra vita quotidiana. È quel posto comodo e familiare dove nulla spaventa e dove tutto calza e pennello. È il nostro stato neutro e molto confortevole, il rifugio perfetto nel quale si sperimentano bassi livelli di ansia e stress.
Ognuno di noi ha la propria comfort zone: la famiglia, il partner, il lavoro, la casa, la propria stanza, il divano, un animale, il film preferito e la classica "giornata tipo".
Ognuno di noi ha la propria comfort zone: la famiglia, il partner, il lavoro, la casa, la propria stanza, il divano, un animale, il film preferito e la classica "giornata tipo".
La comfort zone a volte può diventare una gabbia, si resta ancorati ad una vita facile da gestire e prevedibile ma spesso piatta e senza stimoli. Non permette la crescita, il cambiamento e l'evoluzione.
L'individuo crea forti resistenze, usa la comodità per fare il minimo indispensabile ma che non porta a nient'altro di straordinario. Restare senza muoversi spesso scoraggia e non crea entusiasmo, si è depressi e insoddisfatti. Quando si tenta di uscire dalla zona comfort personale affiora l'insicurezza e la paura che ciò che è al di fuori sia peggio, ma uno stato d'ansia ottimale e un piccolo cambiamento stimolano le attività cerebrali e si creano diverse connessioni tra neuroni.
Imparare a rischiare, a crescere e progredire, ad affrontare le situazioni, imparare a sentire il disagio di una trasformazione come alleato e l'ansia percepita e riconosciuta come un segnale di crescita. Imparare ad ascoltarsi e a farsi ascoltare e a non perdere delle parti di sè stessi.
La vita non è come dovrebbe essere. È quello che è. È il modo in cui l'affronti che fa la differenza."
Virginia Satir
(Henn kim illustrazioni)