Lei ha 15 anni ed è nel pieno dell'adolescenza, racconta della sua difficoltà ad instaurare delle relazioni positive, a fidarsi, a dare fiducia e si nasconde dietro un schermo un po' per proteggersi e un po' per sentirsi più sicura. Non ha paura del rischio e non le importa del giudizio altrui. Lei non si vuole molto bene e non ama il suo corpo, non si è mai sentita accudita, curata, amata. Osserva la sua autostima da lontano e le sue emozioni sono altalenanti. Spesso definisce i suoi comportamenti "strani", non sa perché accadono ma hanno un grosso impatto sulle relazioni a lei vicine.
Quando è triste e arrabbiata esce fuori e si fa sentire, crea un gran frastuono. Delle volte perde anche tracce della propria identità.
Questa ferita forse ha paura di essere di nuovo abbandonata.
Un sentimento ferito per un bambino è più doloroso di una ferita fisica. La ferita fisica è visibile e si può curare. La ferita dei sentimenti è invisibile e può durare per un'intera vita, trasmettendosi a volte come un buco da riempire alle generazioni che seguiranno e che potranno essere a loro volta prese inconsapevolmente dentro a un gioco non loro che le farà soffrire senza sapere perché.
A. Marcoli - Il bambino arrabbiato
Pensiamo all'eco di un grido che si propaga come metafora di una ferita emotiva, lascia un segno e sfiora tutto ciò che lo circonda.
Le emozioni dolorose legate ad un evento traumatico quando non sono ascoltate e curate restano prigioniere, assumono diversi aspetti che avranno nel futuro un peso significativo per se stessi e nelle relazioni più significative. Fanno fatica a venire fuori ma si nascondono nei silenzi, nei comportamenti e nel modo di comunicare.
Illustrazione Sinashagrai